Grazie per la sua gradita presenza ❤️
SCIGLIANO, IL TESORO DEL SAVUTO
Ottobre quest’anno ha il volto dell’inverno: aria pungente, cieli bassi e i colori ocra dei platani e dei tigli lungo la statale 19 che accompagnano il viaggiatore verso le valli del Savuto. È qui, tra i rilievi che separano la Calabria tirrenica da quella interna, che il FAI ha scelto di aprire le sue Giornate d’Autunno 2025 a Scigliano, piccolo scrigno di arte e memoria incastonato tra le gole del fiume, sin dall'impero romano. Il borgo, tra i più antichi del cosentino, custodisce un patrimonio di oltre venti chiese e numerosi edifici storici, oltre che il "ponte di Annibale", che raccontano una lunga stagione di devozione, arte e tradizione. Tra affreschi e leggende il percorso delle visite ha preso avvio dalla chiesa di San Giuseppe, dove i “narratori del FAI” — tra cui il sindaco e una esperta guida — hanno accompagnato i visitatori tra affreschi, ostensori, abiti talari e altari di marmi policromi. Cuore del racconto, la teca in marmo verde che custodirebbe la “Sacra Spina”, una reliquia che secondo la tradizione avrebbe trafitto la fronte di Cristo: un frammento di fede e leggenda che rende unica la chiesa. La seconda tappa è stata la chiesa di San Nicola, meno monumentale ma ricchissima di dettagli artistici: statue marmoree seicentesche, bassorilievi, affreschi dai colori ancora vivi, pulpiti in legno intarsiato e archi di tufo lavorati da maestranze napoletane. Un’atmosfera che richiama quella dei grandi romanzi medievali, tra sacralità e mistero. Il santuario e la memoria a chiudere l’itinerario mattiniero, la visita al santuario della Vergine di Montserrat, edificio maestoso e luogo di culto centrale per l’intera comunità. Nella sua navata principale si respira un silenzio antico, interrotto solo dal racconto dei volontari che mostrano con orgoglio la reliquia di un legionario romano che la tradizione vuole in San Giustino — una vertebra custodita in una teca — simbolo di un legame secolare tra storia e spiritualità.
Come da tradizione, le Giornate FAI si sono concluse in modo conviviale. A Calvisi, i volontari hanno allestito uno stand gastronomico per accogliere i visitatori con piatti tipici e un bicchiere di vino Savuto, rosso intenso e identitario del territorio. Tra i partecipanti, il piacere dell’incontro e del ricordo: anche per chi, come me, ha origini sciglianesi, tornare in questi luoghi significa ritrovare una parte di sé. Scigliano, un borgo da vivere tutto l’anno, questo dovrebbe essere il mantra.
Difatti, l'iniziativa del FAI ha riportato l’attenzione su un territorio che merita di essere conosciuto oltre l’appuntamento annuale. Scigliano è un museo diffuso a cielo aperto, dove chiese, palazzi e scorci naturali convivono in equilibrio tra bellezza e memoria. Pomeriggio il tour si conclude nel monastero delle Clarisse, luogo pieno di fascino e sfida nella clausura. La partita, ora, è trasformare questa riscoperta in un impegno continuativo, perché le sue pietre, le sue storie e la sua gente non restino solo protagoniste di un weekend d’autunno, ma diventino un punto fermo del turismo culturale calabrese
#scigliano #FAI #savuto
SCIGLIANO, IL TESORO DEL SAVUTO
Ottobre quest’anno ha il volto dell’inverno: aria pungente, cieli bassi e i colori ocra dei platani e dei tigli lungo la statale 19 che accompagnano il viaggiatore verso le valli del Savuto. È qui, tra i rilievi che separano la Calabria tirrenica da quella interna, che il FAI ha scelto di aprire le sue Giornate d’Autunno 2025 a Scigliano, piccolo scrigno di arte e memoria incastonato tra le gole del fiume, sin dall'impero romano. Il borgo, tra i più antichi del cosentino, custodisce un patrimonio di oltre venti chiese e numerosi edifici storici, oltre che il "ponte di Annibale", che raccontano una lunga stagione di devozione, arte e tradizione. Tra affreschi e leggende il percorso delle visite ha preso avvio dalla chiesa di San Giuseppe, dove i “narratori del FAI” — tra cui il sindaco e una esperta guida — hanno accompagnato i visitatori tra affreschi, ostensori, abiti talari e altari di marmi policromi. Cuore del racconto, la teca in marmo verde che custodirebbe la “Sacra Spina”, una reliquia che secondo la tradizione avrebbe trafitto la fronte di Cristo: un frammento di fede e leggenda che rende unica la chiesa. La seconda tappa è stata la chiesa di San Nicola, meno monumentale ma ricchissima di dettagli artistici: statue marmoree seicentesche, bassorilievi, affreschi dai colori ancora vivi, pulpiti in legno intarsiato e archi di tufo lavorati da maestranze napoletane. Un’atmosfera che richiama quella dei grandi romanzi medievali, tra sacralità e mistero. Il santuario e la memoria a chiudere l’itinerario mattiniero, la visita al santuario della Vergine di Montserrat, edificio maestoso e luogo di culto centrale per l’intera comunità. Nella sua navata principale si respira un silenzio antico, interrotto solo dal racconto dei volontari che mostrano con orgoglio la reliquia di un legionario romano che la tradizione vuole in San Giustino — una vertebra custodita in una teca — simbolo di un legame secolare tra storia e spiritualità.
Come da tradizione, le Giornate FAI si sono concluse in modo conviviale. A Calvisi, i volontari hanno allestito uno stand gastronomico per accogliere i visitatori con piatti tipici e un bicchiere di vino Savuto, rosso intenso e identitario del territorio. Tra i partecipanti, il piacere dell’incontro e del ricordo: anche per chi, come me, ha origini sciglianesi, tornare in questi luoghi significa ritrovare una parte di sé. Scigliano, un borgo da vivere tutto l’anno, questo dovrebbe essere il mantra.
Difatti, l'iniziativa del FAI ha riportato l’attenzione su un territorio che merita di essere conosciuto oltre l’appuntamento annuale. Scigliano è un museo diffuso a cielo aperto, dove chiese, palazzi e scorci naturali convivono in equilibrio tra bellezza e memoria. Pomeriggio il tour si conclude nel monastero delle Clarisse, luogo pieno di fascino e sfida nella clausura. La partita, ora, è trasformare questa riscoperta in un impegno continuativo, perché le sue pietre, le sue storie e la sua gente non restino solo protagoniste di un weekend d’autunno, ma diventino un punto fermo del turismo culturale calabrese
#scigliano #FAI #savuto